Il movimento reichiano è nato più di cento anni fa
con Wilhelm Reich, allievo di Freud, che, fautore di una visione
integrale dell’uomo come unità inscindibile soma-psiche, introdusse la
componente “corpo” nella terapia analitica e gettò le basi per quelle
che oggi sono considerate le psicoterapie corporee.
L’analisi reichiana agisce sulla psiche con una terapia verbale
(analisi del carattere) e corporea (vegetoterapia carattero-analitica)
attraverso dei movimenti (acting) che favoriscono una migliore
distribuzione della libido. Tali movimenti agiscono sul sistema nervoso
vegetativo (da cui il nome), sul sistema muscolare, sul sistema
neuroendocrino e sulla pulsazione energetica; da essi derivano le
espressioni più dirette della vita emotiva, affettiva ed istintiva.
L’analisi reichiana oggi opera sui livelli corporei così come
delineati da W. Reich (occhi, bocca, collo, torace, diaframma, addome,
pelvi e gambe), corrispondenti alle fasi evolutive, lavora sul
linguaggio espressivo delle emozioni, sul carattere della persona e
agisce attraverso la relazione tra analista e analizzato, con
l’obiettivo di permettere una vitalità maggiore al sé dell’analizzato.
La ricchezza dell’analisi reichiana è nella sua complessità: è una
relazione vivente, in continua evoluzione, che mette insieme tutti
questi elementi funzionalmente collegati tra di loro e si rivolge alla
persona nella sua interezza: intellettualità, emozionalità e corporeità.
L’analisi reichiana è un’analisi del profondo che, rispettando i
tempi, le emozioni, la storia e la dignità della persona, porta ad una
conoscenza di sé non soltanto di tipo cognitivo ma anche emozionale, una
consapevolezza in grado di liberare l’energia vitale per conquistare
una migliore organizzazione delle proprie risorse, un nuovo e più maturo
equilibrio.
"La meta è la via per cui la raggiungi.
Ogni passo di oggi è la tua vita di domani."